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Scheda tecnica – allegato C –

MONETA A CORSO LEGALE

La maggior parte della moneta che usiamo oggi non è moneta a corso legale.

Come ribadito e confermato più volte dalla Banca Centrale Europea, le uniche monete a corso legale sono le banconote emesse dalla BCE e le monete metalliche coniate dallo Stato (art.128 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea TFUE) :

  1. La Banca centrale europea ha il diritto esclusivo di autorizzare l’emissione di banconote in euro all’interno dell’Unione. La Banca centrale europea e le banche centrali nazionali possono emettere banconote. Le banconote emesse dalla Banca centrale europea e dalle banche centrali nazionali costituiscono le uniche banconote aventi corso legale nell’Unione.
  2. Gli Stati membri possono coniare monete metalliche in euro con l’approvazione della Banca centrale europea per quanto riguarda il volume del conio. Il Consiglio, su proposta della Commissione e previa consultazione del Parlamento europeo e della Banca centrale europea, può adottare misure per armonizzare le denominazioni e le specificazioni tecniche di tutte le monete metalliche destinate alla circolazione, nella misura necessaria per agevolare la loro circolazione nell’Unione.

Questi due tipi di moneta a corso legale, sono però completamente diverse tra di loro, perché utilizzano due tecniche alternative di creazione monetaria.

La prima tecnica risale alle origini delle Banche Centrali ed ha resistito allo sganciamento della moneta stessa dall’oro: la creazione monetaria si mette al passivo e all’attivo un pari valore in titoli. Così nello stato patrimoniale il saldo nasconde la creazione monetaria stessa, nascondimento che è la ragione della tecnica. Infatti le Banche Centrali sono sorte per evitare che lo Stato immettesse una moneta senza sottostante, oro (o argento) e convertibilità in un metallo pregiato.

Essa è stata conservata anche dopo il 1971 allo scopo di nascondere la possibilità di emetterla senza partita doppia, ovvero con segno algebrico neutrale che è non negativo, quindi positivo.

La seconda tecnica, infatti, consente di immettere direttamente nel circuito economico della moneta aggiuntiva che serve per gli acquisti della P.A., compreso il pagamento di salari, stipendi, pensioni, indennità varie e opere e servizi pubblici vari.

Il Trattato di Lisbona ha chiaramente specificato che la prima tecnica, ovvero della moneta a debito, è di competenza esclusiva della Banca Centrale Europea, che emette le banconote (non le statonote!) aventi corso legale in tutta l’UE.

Mentre la seconda tecnica, ovvero della moneta di stato o positiva, è di competenza esclusiva degli Stati, che coniano le monete metalliche aventi corso legale in tutta l’UE, ma anche aventi corso legale nel solo territorio di uno Stato.

Moneta di stato o positiva

Per i Trattati dell’Unione Europea (TFUE art. 128 comma 1) lo Stato non può emettere banconote aventi corso legale su tutto il territorio dell’UE, ma può coniare monete metalliche (TFUE art. 128 comma 2), con l’approvazione della BCE per quanto riguarda il volume del conio :

  • aventi corso legale su tutta l’UE, nei valori stabiliti dalla BCE fino a 2 euro;
  • aventi corso legale solo in Italia, nei valori superiori a 2 euro chiamate “monete da collezione”.

Ogni anno nell’Eurozona, i diversi paesi comunicano alla BCE i loro volumi di conio delle monete metalliche, addirittura da qualche anno differenziando monete normali (fino a 2 euro) e monete da collezione (superiori a 2 euro).

La Germania e l’Austria da diversi anni, richiedono volumi di conio per le monete da collezione molto superiori all’Italia, come si può evincere dai volumi approvati per il 2021 dalla BCE.

In particolare la Germania, che già da anni coniava monete da 5 euro in metalli non pregiati, da qualche anno ha cominciato ad emettere anche monete analoghe con valore facciale da 10 euro e in quantitativi decisamente superiori a quelli richiesti dai collezionisti.

L’Italia come al solito è la cenerentola monetaria dell’Eurozona, con un volume di monete metalliche richiesto decisamente inferiore a quello di altri paesi, soprattutto per il quantitativo di monete da collezione, che hanno il signoraggio maggiore.

Anche l’Italia però ha cominciato da qualche anno a proporre monete da collezione da 5 euro realizzate con metalli non pregiati, ma il numero di pezzi coniati è decisamente basso, nonostante l’Italia sia un paese a forte vocazione turistica e come tale potrebbe avere una richiesta di monete da collezione come souvenir molto alta.

Ad esempio la moneta da 5 euro con la cattedrale di Amatrice, che avevamo proposto in un convegno alla Camera dei deputati nel 2016 e poi inviato come Disegno di Legge al Ministero del Tesoro, è stata realizzata in soli 20.000 pezzi, quando la Germania arriva fino a 3.500.000 di pezzi per le monete da 5 euro e 1.500.000 pezzi per quelle da 10 euro.

La nostra proposta è quella di comunicare alla BCE un volume di conio di monete da collezione pari a circa 500 milioni di euro all’anno, che potrebbero essere utilizzati per realizzare monete rappresentanti il nostro patrimonio edilizio ed artistico, che potrebbe essere valorizzato proprio utilizzando le risorse finanziarie ricavate dal signoraggio ricavato da queste emissioni di moneta di stato.

Biglietti di stato o statonote

I Trattati Europei non citano mai e quindi neanche vietano, l’emissione di biglietti di stato che storicamente sono sempre stati la versione cartacea delle monete metalliche, quindi rientranti nella seconda tecnica, ovvero della moneta di stato. Ultimo esempio le famose 500 lire emesse dalla Repubblica Italiana, nelle serie “aretusa” e “mercurio”, in sostituzione delle monete d’argento da 500 lire che erano eccessivamente costose.

Questi biglietti di stato o statonote, non costituendo un debito per lo Stato perché non devono essere restituite ad alcuno, ma sono in definitiva un’emissione di moneta cartacea equivalente alle monete metalliche e generano un signoraggio che si somma come entrata alle tasse, quindi contribuisce a pareggiare il bilancio dello Stato stesso.

Il limite all’emissione di monete di stato è dato dalla disponibilità di risorse reali da mobilitare (figure professionali disoccupate o sottoccupate, capacità produttive da ampliare, ecc.); quindi, si possono utilizzare senza rischi inflattivi se i piani o programmi di investimento delle P.A. comprendono la mobilizzazione delle risorse reali necessarie.

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